«Mio emendamento sulla parità di genere»

Lo confesso, è successo anche a me.  Non sono un’esperta di calcio, ma ormai posso dirmi completamente conquistata dalla cavalcata trionfale della Nazionale femminile ai Mondiali di Francia. Come si fa a non esultare per i loro gol, per gli abbracci e le lacrime di gioia?

Quell’insieme di bravura, passione e spirito di sacrificio che dimostrano le ragazze mondiali è in grado di trascinare chiunque. Ho visto persone, di quelle che non si perdono un turno di campionato, iniziare a seguire l’avventura delle nostre azzurre con un atteggiamento scettico e diventare poi, partita dopo partita, tifosi accaniti. Ormai, tranne impegni insormontabili, io stessa non posso più perdermi una loro gara. Dopo il brillante girone eliminatorio e il successo agli ottavi di finale sulla Cina, non vedo l’ora di sostenere l’Italia ai quarti contro l’Olanda.

Sono convinta che le straordinarie vittorie della nazionale incoraggeranno tante bambine, tante ragazze a tirare i primi calci al pallone o, comunque, a intraprendere un’attività sportiva. Fare sport significa stare insieme, formare una comunità, conoscersi e rispettarsi reciprocamente, imparare a vincere e a perdere. La storia di successo delle nostre campionesse fa bene ad un Paese percorso da troppe lacerazioni e divisioni, dove si litiga su ogni cosa e prevale sempre troppo l’individualismo sullo spirito di squadra e la coesione sociale.

Non so se tutti sanno, tuttavia, che le nostre atlete nonostante la popolarità e il prestigio che si sono conquistate non sono professioniste, non hanno nessun tipo di tutela, al contrario dei loro colleghi. Vi sembra giusta una cosa del genere? A me no. Ed è per superare questa differenza che ieri ho presentato alcuni emendamenti alla Camera quando è arrivato in Aula il disegno di legge del governo in materia di ordinamento sportivo.

Il contenuto del primo è stato raccolto dal Sottosegretario Giancarlo Giorgetti e adesso nel testo di questa legge c’è scritto che bisogna garantire “la parità di genere nell’accesso alla pratica sportiva a tutti i livelli”. Sono stati accolti nel provvedimento anche altri miei emendamenti: in uno si afferma per la prima volta il principio delle pari opportunità anche nell’accesso al professionismo sportivo, nell’altro la prevenzione di molestie, violenze di genere e condizioni di discriminazione.

È chiaro che queste novità non riguarderanno soltanto le top players ma tutte quelle ragazze che vogliono impegnarsi nelle varie discipline sportive. Perché se grazie allo sport si supereranno diversità e vecchi stereotipi allora possiamo dire che non esagerava davvero Nelson Mandela quando dichiarò che
 
«lo sport ha il potere di cambiare il mondo, ha il potere di ispirare, di unire le persone in un modo che poche altre cose fanno».

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