Porrà: «Gigi Riva, i valori e quello stadio creato in 127 giorni»

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Uno dei volti storici di Sky racconta la squadra della sua terra

ROMA - Giorgio Porrà, volto storico di Sky (da lunedì 18 di nuovo in onda con “L’uomo della domenica” dedicato ai numeri 1 da Camus a Buffon), è (anche) uno dei pochissimi giornalisti della scuola dei narratori di sport. Sardissimo, il Cagliari nel cuore. E’ curioso intervistare un vecchio amico. Sul tavolo c’è una squadra, anzi “la” squadra: come spiegheresti a un non sardo cosa significa il Cagliari per chi è nato in Sardegna? «Bella domanda... Probabilmente siamo davanti alla perfetta incarnazione di un’idea di calcio che affonda le radici in un territorio in modo tale da rendere possibili le cose impossibili. Come lo è stato vincere uno scudetto. Il Cagliari è, per noi, più di una squadra, in Europa vedo qualcosa di simile solo nel rapporto che i baschi hanno con l’Athletic Bilbao. I sardi danno prova di cosa sono capaci, quando c’è il Cagliari di mezzo, costruendo uno stadio in 131 giorni, anche se l’input l’ha dato un milanese che in Sardegna lavora con la sua famiglia da decenni». I sardi e i lombardi. Fatte le debite proporzioni... «So a chi vuoi arrivare, a Lui. Ebbene sì, Gigi Riva ci ha scelti per diventare come noi nella vita perché abbiamo ostinazione, tenacia e senso di rispetto che lui considera valori assoluti. Abbiamo iniziato a legarci al Cagliari, al simbolo e alla bandiera, grazie agli eroi dello scudetto. Per non parlare del valore che ha per chi - e la cosa riguarda anche noi due - ha saltato il mare per lavoro. Il Cagliari che ha tutta un’Isola alle sue spalle, un territorio vastissimo anche se non densamente popolato, è il collante fra chi è partito e la terra dove è nato. Fatico a trovare esempi simili, in giro».

MES QUE UN CLUB. Lo stadio in 127 giorni. «In una realtà che soffre tanto per problemi infrastrutturali, risolvere questo nodo in un arco di tempo ridotto è emblematico. E a breve si comincerà a lavorare sullo stadio definitivo: lì si entrerà in una concezione calcistica all’avanguardia che al momento in Italia, con queste caratteristiche, ha solo la Juventus». Squadra, allenatore, filosofia. «A me è piaciuto come Tommaso Giulini ha reagito dopo la retrocessione. Noi diciamo “a su mali su rimediu”, a ogni male un rimedio: lui da lì ha saputo avviare un volano virtuoso, ha ribaltato il modo di vedere il calcio che abbiamo sempre avuto noi e oggi ci troviamo in serie A, con una squadra che mi pare abbia iniziato tecnicamente meglio la sua fatica e deve ancora essere sistemata sui binari con tutte le carrozze al massimo della loro potenza». Una squadra che ha valori, tecnici e umani, e giovani. «Il profondo lavoro sul settore giovanile con Mario Beretta, le Academy, l’Olbia, le squadre di ragazzi dove sbocciano fiori rari come Nicolò Barella: piedi al miele, puro calcio e carattere, un talento che ingolosisce i grandi club ma che sono sicuro difficilmente si muoverà dalla Sardegna. Ecco, tutto questo è come vedo il Cagliari. Per noi è più di una squadra».

SKYSPORT

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