La Roma di Fonseca nasce a Londra

Il nostro inviato sulle tracce della dirigenza che con il nuovo allenatore definirà le prime strategie

LONDRA - Una bandiera italiana c’è, anche se non si chiama Totti e neppure De Rossi: è quella della nostra ambasciata, affacciata sui prati pettinati di Grosvenor Square, dove è richiesta almeno una Porsche per essere considerati socialmente accettabili. Se Londra è un posto lussuoso, Mayfair è il top del top: le case più cheap costano 30.000 sterline al metro quadro. E’ a pochi metri da qui, in una stradina con casette basse a schiera, che James Pallotta ha stabilito il suo quartier generale inglese, con gli uffici europei del fondo Raptor che oggi pomeriggio ospiteranno il meeting più importante per il futuro della Roma: intorno all’ora di pranzo è sbarcato Paulo Fonseca, il nuovo allenatore, a cui l’altro padrone di casa Franco Baldini ha affidato il compito di rinvigorire una tifoseria stanca e irritata.

 

 

 

ENTUSIASMO FONSECA

In questo senso le prime parole da romanista, espresse subito dopo la firma, hanno toccato le corde giuste: «Credo che insieme potremo creare qualcosa di speciale» ha detto Fonseca, ben sapendo di non poter promettere i tre scudetti consecutivi che ha vinto allo Shakhar Donetsk ma sicuro di poter risvegliare il senso di appartenenza che troppo spesso negli ultimi anni è stato messo in discussione: «Non vedo l’ora di trasferirmi a Roma e conoscere i nostri tifosi, per me è una grande opportunità» ha aggiunto, per poi ringraziare con calore la sua vecchia società, che mai ha pensato di ostacolarne il volo verso la Serie A.

 

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