Roma, Veretout: "Qui per sostituire una leggenda come De Rossi"

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Il centrocampista francese si è raccontato in una lunga intervista al settimanale France Football: "È bastata una telefonata di Fonseca per convincermi"

ROMA - Un punto fisso del gioco di Fonseca. C'ha messo poco per entrare in pianta sbabile nella formazione titolare della Roma, Jordan Veretout. Dopo le prime due giornate passate in panchina (Genoa e Lazio), ha sempre giocato tutti e 90 i minuti in campionato. L'ex Fiorentina ha anche segnato il suo primo gol in giallorosso, trovato nel match vinto contor il Napoli all'Olimpico. Un'esperienza ancora gli inizi, ma già positiva per il centrocampista francese: "La mia priorità era trasferirmi in una grande squadra italiana. Mi sono preso il mio tempo, poi mi sono affidato alle sensazioni". Queste le dichiarazioni di Veretout in un'intervista concessa a France Football. Sul suo arrivo nella Capitale è stato molto chiaro: "Fonseca mi ha telefonato per parlarmi della sua visione di calcio e di come voleva che evolvessi. Ha guardato quasi tutte le mie partite e mi ha descritto come ho giocato. Mi è sembrato molto interessato. Mi voleva, poi sta a me guadagnarmi il posto sul campo e questo è quello che provo a fare tutti i giorni. Sulla carta sostituisco una leggenda come De Rossi, ma non posso paragonarmi a lui. In estate potevo tornare anche in Francia, ma insieme a mia moglie abbiamo deciso di rimanere".

Fiorentina, Francia e Astori

Ha parlato dei suoi inizi Veretout, dell'esperienze in Francia prima e Inghilterra poi. Fino all'arrivo in Italia con la maglia viola, dove ha conosciuto Davide Astori: "Non avevo mai vissuto eventi simili nella mia vita privata. Ci penso ancora molto spesso. Davide, in modo assurdo, è morto nel sonno il giorno di una partita fuori. Era un grande capitano, mi aveva aiutato a integrarmi bene con la Fiorentina". Un percorso lungo prima di arrivare nella Capitale, che dice molto anche del suo modo di giocare: "Nell’esperienza al Nantes ho imparato a gestire e passare la palla e a giocare nei piccoli spazi. All’Aston Villa ho lavorato sul fisico e sull’intensità. In Italia ovviamente c’è più tattica e più attenzione alla fase difensiva. All’inizio pensavo che i grandi giocatori dovessero correre molto. Poi, in un Roma-Fiorentina, Nainggolan mi ha pressato ovunque per tutto il match. Nelle statistiche alla fine ho scoperto che aveva corso 3 km meno di me. Firenze? Al mio arrivo nessuno mi conosceva, quando sono andato via invece i tifosi erano dispiaciuti". Una battuta anche sulla nazionale francese: "Mi sarebbe piaciuto essere tra i campioni del mondo del 2018, ma non ho provato invidia, ero felice per loro. E mi dico: magari un giorno sarò lì. Ho già avuto delle pre-convocazioni, sta a me continuare a lavorare. La Champions aiuta, ma non è fondamentale". 

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