Caruccio, ad Toyota: "L'ibrido sarà centrale"

L'amministratore delegato di Toyota ha fatto chierezza sulle strategie elettriche future della Casa giapponese 

Ibrido o non ibrido e se ibrido, quale ibrido, questo è il problema. Il dibattito, in tempi di transizione verso l’elettrificazione, è avviato. E Mauro Caruccio ad di Toyota Italia ci tiene a dare il suo contributo. 

Toyota ha scelto di puntare sull’ibrido più di 20 anni fa, si è mai chiesto perchè?

"La grande sfida era progettare l’auto del 21° secolo, consci che i problemi energetici ed ambientali si sarebbero sempre più acuiti in futuro. Fu una scelta visionaria, portata avanti con capacità e determinazione, anche quando all’inizio venivamo derisi. Oggi i numeri ci danno ragione, tutti ci seguono, ma noi abbiamo già venduto 13 milioni di ibridi in 90 Paesi al mondo, 280.000 solo in Italia. L’ibrido è soprattutto una piattaforma tecnologica sulla quale si innestano tutte le soluzioni elettrificate".

Che vuol dire oggi comprare ibrido?

"E’ urgente fare chiarezza, soprattutto quando altri costruttori si affrettano a portare sul mercato soluzioni “leggere”, spinti dalla necessità di rientrare negli obiettivi di riduzione della CO2. Mi riferisco ai Mild Hybrid a 48V o 12V, dove il motore elettrico è di scarsa potenza e dà un aiutino al motore termico. Sono soluzioni adattate su motorizzazioni convenzionali, non in grado di provvedere alla trazione esclusivamente in elettrico. Il Full Hybrid di Toyota è un un’altra cosa! I motori elettrici sono alimentati fino a 650V, consente di percorrere per oltre il 50% del tempo a zero emissioni in città. Dà rilevanti benefici in termini di consumi ed emissioni di inquinanti (ad esempio -90% di NoX rispetto ai limiti previsti per l’omologazione). È urgente una classificazione dei veicoli ibridi in funzione del reale beneficio che portano, che a nostro avviso deve essere basata sul grado di ibridizzazione, cioè, quanto è rilevante la componente elettrica rispetto a quella termica".

Perché Full Hybrid e non plug-in?

"Anche Plug-in certo. Forse pochi ricordano che Toyota è stata la prima ad avere a listino un modello Plug-in (la Prius) dal 2012. Il plug-in porta con sè un “price premium”, che il mercato non è ancora pronto a ricevere.  Questo è il motivo per cui oggi si inizia a vedere solo su modelli alto di gamma, con un indirizzo prestazionale. L’accessibilità e fruibilità sono i fattori critici per la diffusione, Il Full Hybrid è oggi accessibile e fruibile, senza limitazioni e senza bisogno di infrastrutture, non obbliga a cambiare le abitudini".

Che differenza c’è tra un ibrido di ieri e uno di oggi?

"Il primo ibrido venne introdotto nel 1997 in Giappone, da noi eravamo all’Euro 2. Ora l’ibrido Toyota è arrivato alla 4ª generazione e la 5ª è in preparazione. In questi 20 anni è stato migliorato continuamente. Un esempio? La Prius IV rispetto alla Prius I ha consumi ed emissioni ridotte del 42% e prestazioni migliorate. Lo stesso Inverter ha un ingombro dimezzato ma ha un +20% di potenza".

Ma quali vantaggi porta l’ibrido? 

"Da una parte l’efficienza energetica, (circa il 25% dell’energia utilizzata dal sistema è recuperata) e la riduzione di consumi ed emissioni di CO2 e NoX. Sul fronte cliente, la credibilità di chi l’ibrido l’ha inventato e che ora garantisce anche per 10 anni. Il futuro? Al 2025, Toyota punta a 5,5 milioni di veicoli elettrificati con un elettrico puro per ogni modello, ma l’ibrido sarà centrale ancora a lungo".

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