Buffon: «Pensavo di smettere, Agnelli mi ha fatto cambiare idea»

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Il portiere e capitano mette in guardia i compagni: «La squadra di Jardim mi ha impressionato, vale il Barcellona. Mbappé come Henry»

TORINO - Archiviato con un pizzico di rimpianto il pareggio di Bergamo contro l'Atalanta ora nella testa della Juventus c'è solo il Monaco, a cui la squadra di Massimiliano Allegri farà visita mercoledì sera nell'andata delle semifinali di Champions League.

I monegaschi sono la grande sorpresa della competizione: nessuno, o quasi, avrebbe inserito la squadra del Principato tra le semifinaliste. Eppure Gigi Buffon non è per nulla stupito, anzi lui si aspettava l'exploit della formazione allenata da Leonardo Jardim, ultimo ostacolo sulla strada che deve portare i bianconeri alla finale del 3 giugno a Cardiff«Vi svelo un retroscena - ha detto il capitano della Juventus in un'intervista rilasciata a Uefa.com -. Verso il 30' della partita che giocarono con il City in trasferta, mandai un messaggio a un mio dirigente dicendogli: 'Guarda che questi possono arrivare in finale, sono fortissimi'. Questo ti fa capire quanto li rispettiamo e il loro valore. Non sono una squadra arrivata in semifinale per caso. Giocano un calcio molto propositivo, vivace, è una squadra brillante, una squadra fisica che ha qualità e in alcuni elementi anche tanta esperienza. Sappiamo che se vogliamo guadagnarci un'altra chance per vincere la Champions dobbiamo superare un altro ostacolo che sul campo è duro quanto il Barcellona. Poi magari a livello di notorietà non viene considerato come il Barcellona. Il problema è che il campo ha detto di sì».

 Il Monaco è una squadra che segna tanta e metterà a dura prova la difesa della Juventus che non ha ancora subito reti nella fase eliminazione diretta, mantenendo la porta di Buffon inviolata sia contro il Porto che contro il Barcellona

VOLEVO RITIRARMIBuffon pensava di smettere di giocare a giugno dopo essere rimasto imbattuto nei 180' con il Barcellona, ma Andrea Agnelli l'ha convinto a cambiare idea. Lo ha rivelato il portiere in un'intervista a Sky Sport. «Per la seconda volta sono venuto meno alla mia parola d'onore - ha spiegato sorridendo - avevo detto che se non avessi preso gol con il Barcellona sarebbe stato giusto smettere a giugno. L'ho dovuto dire al presidente e lui: "Ogni tanto nella vita si dicono cavolate, non ti preoccupare, vai avanti". Dopo le parole del presidente, quindi, - ha proseguito Buffon - ho dovuto ritrattare nel mio intimo. Il presidente, che ha più esperienza di me, mi ha dato un buon consiglio". Tornando sugli zero gol concessi ai blaugrana, "è stata una grande soddisfazione - ha detto ancora il portiere bianconero - perché l'ho condivisa con i ragazzi della difesa e tutti gli altri che si sono spaccati in quattro affinché uscissimo indenni da queste due gare».

ATALANTA-JUVENTUS 2-2: LA PARTITA

MBAPPE' COME HENRY - Ora toccherà a Falcao e al giovane talento Mbappé provare a battere Buffon.

«E' del '98 vero? - chiede Buffon prima di parlare del 18enne attaccante del Monaco che sta segnando gol a raffica per la squadra del Principato -. Avevo fatto già il Mondiale in Francia quando è nato. E' il bello della vita, il bello di essere longevi. Il poter incontrare ragazzi che non erano ancora nati quando tu avevi già una parte di carriera vissuta alle spalle. Facevo due pensieri l'altro giorno, sono riuscito a collegare quasi tre generazioni. Giocavo con quelli nati negli anni '50 e '60 e finirò con quelli nati dopo il 2000. E' un arco temporale enorme. E' molto stimolante, sapere di giocare contro i futuri Messi, Cristiano Ronaldo, Neymar. Magari tra 10 anni, quando avrò smesso, questi saranno dei campioni affermati e avrò sempre il ricordo di averli affrontati all'alba della loro carriere. Mbappé è un talento incredibile, mi sembra anche un ragazzo a posto, un ragazzo perbene e questo lo aiuterà molto nella sua carriera che gli auguro di essere davvero luminosa. Se lo sarà, non avrà questa esigenza così forte di passare il turno contro di noi - ha scherzato il portiere della Nazionale azzurra -. Avrà tante altre possibilità in futuro di vincere questo trofeo». Anche per Buffon il giovane Mbappé ricorda Thierry Henry«Certo, le caratteristiche sono simili. Il giocare con il Monaco agli inizi della carriera, questa corsa molto facile, snella, elegante che ha. Probabilmente, a questa età ha una facilità ancora maggiore di andare a rete rispetto a Henry. Segna in quasi tutte le partite con una costanza incredibile e sai quando si è giovani per me non è facile avere questo cinismo e questa lucidità sotto porta».

L'esperienza della difesa della Juventus contro i giovani del Monaco: «Tutti gli elementi di una sfida sportiva sono decisivi. Sicuramente l'esperienza è un ingrediente che peserà anche in questa gara - è la conclusione di Buffon -. Ma potrebbe pesare anche l'entusiasmo e la follia della gioventù che hanno loro. Potrebbe non attanagliarli e farli giocare la gara con entusiasmo e poca coscienza. Cosa che in gare molto tirate ti può aiutare». Per sapere quale fattore peserà di più non resta che aspettare mercoledì sera. 

(in collaborazione con ItalPress)

A BERGAMO NESSUNA SPIA - Non solo l'intervista al sito della Uefa però, perché Buffon ha parlato da Vinovo anche ai microfoni di Sky Sport tornando sul 2-2 di Bergamo: «La partita contro l'Atalanta si può analizzare in due modi: da un lato, se vediamo il bicchiere mezzo vuoto, bisogna stare attenti, perché si fa in fretta a pagare dazio. Rovesciando il discorso in positivo, c'è da dire che, nonostante questo, stavamo per vincere la partita: questo la dice lunga sulla nostra forza. Il 2-2 di ieri non accende alcuna spia, ma ci farà bene per le prossime gare, dandoci indicazioni su quelli che devono essere gli ingredienti per le prossime partite: se non ci si mettono la giusta cattiveria e la giusta ferocia si fa fatica contro tutti. Detto questo, abbiamo conseguito risultati ottimi in questi tre mesi, quindi non c'è da eccedere in negatività».

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