Volevo essere Maradona, la storia di Patrizia Panico che insegna a sognare

Dalle strade di Tor Bella Monaca alla serie A, fino alla Nazionale: un romanzo che racconta con originalità e passione, tra realtà e fantasia, la vita di una bambina diventata la fuoriclasse del calcio femminile italiano. Il libro, che uscirà il 14 maggio, sarà presentato in anteprima domani al Salone del Libro di Torino

ROMA - «Sono nata sotto un accento sbagliato, mi chiamo Panìco e non Pànico come molto spesso sento. Sono nata “al contrario”, e mi piace tutto quello che va controcorrente o tutto quello che, come me, ha l’accento sbagliato». E' una bambina coraggiosa Patrizia, che ha talento e non vuole rinunciare a sognare. Dalle strade di Tor Bella Monaca, periferia est di Roma, dove tiene sottobraccio il suo Super Santos, all’indimenticabile prima convocazione con la Nazionale. Dal Borussia a Villaggio Breda, squadra di quartiere dove tutto (il campo in terra, le porte grandi con i pali di legno, gli spogliatoi con le docce, gli allenamenti la sera tardi) sembra meraviglioso, alla serie A con la sua amata Lazio (che staccò un assegno da dieci milioni di lire per averla, perché «vedrai tra qualche anno… questa è la nuova Morace»), fino al giorno della partenza per Torino, tappa fondamentale della sua carriera, «per andare a vedere cosa c’è fuori dal mio microcosmo, buttare la palla oltre il cuore. Diventare cittadina del mondo».

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IL ROMANZO - "Volevo essere Maradona", scritto da Valeria Ancione, giornalista del Corriere dello Sport - Stadio, è un romanzo che racconta con originalità e passione, tra realtà e fantasia, la storia di Patrizia Panico, fuoriclasse del calcio femminile italiano. Una bambina romana con le gambe storte e i piedi piatti che aveva un grande sogno: «a otto anni già volevo essere Maradona. Sono diventata Patrizia Panico, ma prima di tutto sono stata Bruscolo». Le difficoltà a scuola, le discussioni con la madre, gli amici della borgata che la prendono in giro perché una femmina non può giocare a calcio, il forte rapporto con la sorella («Patrizia, sai cosa? Cosa Sabrina? Quando giochi a calcio, tu sei felice e rendi felici tutti»), il padre che lascia casa e forma una nuova famiglia. Come tutti gli adolescenti, Patrizia ha una vita complessa. L’amore travolgente per il pallone, però, la protegge e le dà il coraggio e la forza per superare tutto accompagnando la sua crescita umana e professionale. Tutti i sacrifici alla fine vengono ripagati. Ed è questo alla fine che conta: credere in se stessi e nel proprio sogno.

LA POSTFAZIONE - Dopo aver segnato più di seicento gol in carriera e vinto 10 scudetti, oltre ai numerosi record raggiunti con la maglia dell’Italia, Patrizia Panico si è spostata in panchina stabilendo un altro record: essere la prima donna ad allenare una Nazionale maschile. I suoi ragazzi, ora, sono quelli dell’Under 15, nei quali rivede gli stessi sguardi. «Perché non erano solo visioni di una bambina, ma i superpoteri che credevo di possedere allora - e guardate bene che ce li avete anche voi - li ho ancora: si chiamano sogni e io non smetto mai di sognare».

L'ANTEPRIMA A TORINO - Il libro, che uscirà il 14 maggio, sarà presentato in anteprima domani (sabato 11) al Salone del Libro di Torino (ore 16.30, sala El Dorado). Insieme alla protagonista, Patrizia Panico, e all'autrice Valeria Ancione, farà da moderatore il giornalista Darwin Pastorin.
VOLEVO ESSERE MARADONA, storia di Patrizia che sognava la serie A; di Valeria Ancione, Mondadori, 192 pagine, 17 euro.

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